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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico III,4
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originale
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[4] Brevi spatio interiecto, vix ut iis rebus quas constituissent conlocandis atque administrandis tempus daretur, hostes ex omnibus partibus signo dato decurrere, lapides gaesaque in vallum coicere. Nostri primo integris viribus fortiter propugnare neque ullum frustra telum ex loco superiore mittere, et quaecumque pars castrorum nudata defensoribus premi videbatur, eo occurrere et auxilium ferre, sed hoc superari quod diuturnitate pugnae hostes defessi proelio excedebant, alii integris viribus succedebant; quarum rerum a nostris propter paucitatem fieri nihil poterat, ac non modo defesso ex pugna excedendi, sed ne saucio quidem eius loci ubi constiterat relinquendi ac sui recipiendi facultas dabatur.
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traduzione
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Poco dopo - si ebbe appena il tempo di approntare le cose e di eseguire gli ordini impartiti - i nemici, al segnale di attacco, si slanciarono in avanti da tutte le direzioni, scagliando pietre e gese contro il vallo. In un primo tempo i nostri, quando ancora erano nel pieno delle forze, li contrastarono con vigore: dall'alto nessuna freccia falliva il bersaglio ed essi accorrevano e portavano aiuto dove l'accampamento, sguarnito di difensori, appariva in pericolo. Ma, prolungandosi la battaglia, apparve chiaro in che cosa eravamo inferiori: i nemici stanchi uscivano dalla mischia, lasciando il posto a forze fresche; i nostri, pochi com'erano, non avevano modo di darsi il cambio, anzi, non solo non veniva concesso di allontanarsi dalla battaglia a chi era stanco, ma neppure i feriti avevano la possibilit? di abbandonare il proprio posto e di ritirarsi.
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